Una breve guida per imparare a fumare correttamente la pipa
Il passaggio dalle sigarette alla pipa non è difficile.
Le esperienze iniziali sono importanti perché è da qui che si deciderà se diventare o meno un fumatore di pipa. Se si è già un fumatore di bionde, si rammenti che il fumo della pipa va degustato, non aspirato. Il fumo va tenuto in bocca per sentirne il gusto, e poi va fatto passare per il naso, per sentirne gli aromi. Per i primi tempi la pipa non potrà sostituire completamente la sigaretta, quindi si aspetti, prima di abbandonare quest’ultima, e ci si conceda la pipa nei momenti di relax: presto il rapporto tra i due tipi di fumata andrà a favore della pipa.
Per chi invece non avesse mai fumato affatto, si ricordi che il palato e la lingua devono avere il tempo di abituarsi al calore ed al gusto della pipa. Con l’esperienza, il fumo arriverà sempre più fresco in bocca, e la lingua sarà molto grata. Si diventerà un fumatore D.O.C., assaporando ogni tipo di aromi e speziature. Se si è un neofita e si possiede solo una pipa, si abbia cura di farla riposare e di non fumarla a ripetizione, per evitare che essa accumuli troppa umidità e restituisca un conseguente saporaccio, che potrebbe distogliere del tutto da questa esperienza. Con il tempo si metta in conto di aumentare il “parco pipe”.
Quale pipa?
Si ricordi che la pipa non ha bisogno di alcun pre-trattamento prima della fumata, dal momento che oggi le radiche sono pre-trattate dagli artigiani stessi; i vari metodi di preparazione tramite immersione nei liquori sono ormai retaggio del passato e interessanti solo da un punto di vista eziologico.
Quale tabacco?Certamente si tratta della scelta più complicata, vista l’enorme quantità di tabacchi a disposizione sul mercato; le miscele di tipo inglese fanno certamente meno condensa, ma non a tutti piace iniziare con gli aromi di affumicato e di incenso; se si amano i profumi dolci, si può iniziare da miscele aromatiche di tabacchi scuri molto fermentati e più facili “ a digerirsi” per il palato, però si spegneranno più facilmente. Meglio sarebbe dei tabacchi più naturali, come certe miscele americane soavi a base di tabacco virginia e carolina. Noi in genere mettiamo a disposizione del fumatore novizio diversi tipi di miscele e lasciamo che sia il suo naso a metterlo sulla strada giusta. Il fumatore di pipa è un buongustaio e ama sperimentare tutti i tipi di tabacco, salvo attestarsi nel tempo su certe tipologie e non su altre, anzi, spesso si diventa pure un po’ “talebani” dei propri gusti. Importante è una adeguata rete di relazione con altri fumatori di pipa per scambiarsi opinioni ed assaggi.
Quali accessori?
Indispensabile per poter iniziare sono il curapipe e gli scovolini (morbidi, per assorbire l’eventuale acquerugiola e per pulire con delicatezza il cannello e il bocchino; duri e punzonati, per scrostare con più energia). Il curapipe deve avere una base larga per poter pressare il tabacco durante la fumata ed un cucchiaio per poter pulire la pipa al termine della stessa. Un altro accessorio che nel tempo sarà molto utile è la borsa portapipa e portatabacco: in commercio ne esistono di tutti i tipi e qualità. Per quel che riguarda il vaso portatabacco, per conservare al meglio le miscele, esso deve essere in ceramica o in vetro, a tenuta ermetica e, possibilmente, con umidificatore. Lo “sgrumatore”, invece, è da consigliarsi ad un fumatore esperto di anni, in quanto il suo uso potrebbe provocare danni alla pipa. Ne esistono di fissi o di regolabili, ma il suo acquisto si renderà necessario quando la pipa avrà una discreta crosta dentro al fornello, quindi dopo molte fumate. I portapipe saranno motivo di acquisto quando si avranno tante pipe da sentire l’orgoglio di mostrarle agli amici; le rastrelliere ed i poggiapipe sono molto utili sia come oggetti di arredamento (ce ne sono certi tipi molto belli in legno intarsiato), sia per lavorare alla scrivania fumando in pace, senza spargere cenere ovunque, nel caso infausto, ma relativamente frequente, che la pipa si giri, oppure in macchina per evitare di bucare i vestiti e la tappezzeria. Infine, utilissimi per salvaguardare l’incolumità delle dita, gli accendini da pipa, che hanno la fiamma laterale, ma anche i fiammiferi di legno vanno bene allo scopo.
La prima fumata
E’ necessario ricavarsi un po’ di tempo per sé per godersi questi primi istanti, infatti quella della prima fumata, e delle “prime fumate” che verranno anche dopo, è un’operazione da espletare con cura e pazienza, visto che il corretto riempimento della pipa incide in modo determinante sulla riuscita. Poi diverrà un gesto automatico come andare in bici; all'inizio ci vuole attenzione. Si prenda un pizzico di tabacco dalla busta e lo si poggi nel fornello, avendo cura di pareggiarlo sul fondo, senza pigiarlo. Si sistemi quindi un secondo strato, pareggiandolo, e poi un altro ancora, così da riempire il fornello. Nel pareggiare i vari strati, si cerchi di applicare una forza sempre crescente; si dice, infatti, che il primo strato vada pigiato con la mano di un bambino, il secondo con la mano di una donna, ed il terzo con la mano di un uomo. Questo è il mio metodo: il primo ciuffetto di tabacco dovrà essere giusto, non troppo consistente, tipo una pallina, e andrà adagiato sul fondo avendo cura di pareggiarlo aggiustandone i riccioletti. Anche il secondo ciuffetto dovrà essere solo adagiato, senza pigiarlo. Dal terzo pizzico in poi si potrà applicare, come da manuale, il crescendo di forza delle pigiature successive, fino all’ultimo strato che andrà pigiato molto, molto energicamente.
Accensione della pipa
Per accendere la pipa, con il fiammifero di legno o con l’accendino da pipa, si cerchi di accendere in modo uniforme tutta la superficie del tabacco tirando abbastanza a fondo (abbastanza, non tantissimo!), senza passare la fiamma sui bordi della pipa. Il tabacco si solleverà, con conseguente spegnimento della miscela: non ci si preoccupi, è normale. Si prenda il curapipe e, utilizzando la parte piatta inferiore, si pareggi nuovamente il tabacco. Ora si riaccenda. L’ideale è continuare ininterrottamente la fumata fino alla fine del tabacco fumabile, ma le prime volte è quasi un’utopia, perciò non ci si scoraggi se si dovrà riaccendere ripetutamente, l’importante è non tirare troppo intensamente pur di mantenere viva la fiamma: meglio tanti spegnimenti piuttosto che una lingua e un palato ustionati! Se nel corso della fumata si sentirà, aspirando, che la pipa “gorgoglia”, è segnale che si deve pressare il tabacco delicatamente. La fumata infine va terminata prima della fine del tabacco, per evitare di fumare solo cenere, e di danneggiare il fornello con la fiamma, ma soprattutto perché sul fondo si accumulano l’umidità e i prodotti della combustione, che non sono certo una miscela esaltante in termini di gusto.
Pulire la pipa
Se si desidera infine che la fumata successiva risulti ugualmente soddisfacente, si deve pulire la pipa usando il curapipe per rimuovere i residui dal fornello, e lo scovolino per asciugare il bocchino senza smontarlo dalla pipa; a meno che la pipa non abbia un innesto "a flock", si dovrà aspettare che questa sia fredda per smontarlo e pulirlo più a fondo. Buone fumate.
Eva Vannicelli

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